Conferenza "Gli apparati dei tridui nello spazio delle chiese"

martedì 16 febbraio 2010

La conferenza si è svolta in concomitanza con la celebrazione dei Tridui dei Defunti nella Chiesa di S. Nicola, così da poter contestualizzare la presentazione del complesso fenomeno culturale rappresentato dall'uso delle macchine dei Tridui all'interno del momento più significativo: quello della celebrazione stessa. L'incontro è stato organizzato in collaborazione con l'Associazione Amici dell'Abbazia di Rodengo e con la stessa Abbazia. Dopo i saluti da parte di alcune Autorità, ha preso la parola Mons. Giacomo Canobbio, vicario per la cultura a Brescia, che ha tratteggiato il senso liturgico della pratica dei Tridui. La tematica è stata poi ampiamente illustrata dalla Prof. Arch. Ivana Passamani della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Brescia, autrice del libro "Il disegno dei Tridui. Il tempo e la memoria nello spazio della chiesa". Il suo contributo è stato accompagnato da suggestive immagini fotografiche e grafiche di apparati ancora usati nella Diocesi bresciana e veronese. L'evento si è concluso nella chiesa dove, prima della funzione, La Prof. Fulvia Scarduelli ha descritto e commentato in modo specifico il bellissimo apparato del Triduo di Rodengo Saiano. Questo evento, mirato a diffondere la conoscenza di espressioni culturali del territorio in cui il Club opera, ha anche previsto un contributo economico.


BREVI CENNI SUGLI APPARATI TRIDUI

I Tridui dei defunti sono eventi liturgici particolarmente significativi ed emotivamente coinvolgenti, espressioni della religiosità locale poco conosciute al di fuori dell'area territoriale di appartenenza, in quanto rappresentano una peculiarità del nostro territorio e di quelli limitrofi: sono infatti celebrati solamente nelle diocesi bresciana e bergamasca ed in un'area limitata di quella veronese. Le funzioni finalizzate al suffragio delle anime purganti sono accompagnate e sottolineate da scenografie effimere di notevole impatto visivo, architetture lignee di evidente matrice barocca, che sono allestite nei presbiteri delle chiese, a ridosso dell'altare maggiore. Questi impianti scenici restituiscono, durante i soli tre giorni all'anno in cui si celebra il Triduo, differenti visioni spaziali e cromatiche dell'edificio ecclesiastico, modificandone la percezione in modo rilevante: ma la vera trasfigurazione avviene quando si accendono le centinaia di candele che trasformano tali installazioni in "macchine di luce" attorno all'elemento catalizzatore: la raggiera per l'esposizione dell'ostensorio. Molteplici e parimenti interessanti sono i punti di vista con i quali approcciare lo studio sistematico di queste funzioni; religioso - liturgico, storico – economico, tecnico - architettonico, antropologico – etnografico, percettivo, cromatico, e non meno importante, quello relativo alla conservazione e valorizzazione di quanto è rimasto. IVANA PASSAMANI

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